martedì 30 ottobre 2012

PROFESSIONE "TESTIMONIAL"


                                                                                                    
RACCONTO                               

“E’ inutile far prediche ai ragazzi – pensava l’ottimo prof.Claudio Lacognata, Preside dell’Istituto Tecnico “Ennio Fermo” - quelli vogliono fatti, e non parole,  la realtà  la vogliono vedere in faccia, toccarla, e non  sentirne parlare : solo allora si convincono, e così la lezione  ottiene il risultato desiderato dall’educatore.  Non dunque, raccomandare di non drogarsi, ma far loro vedere come si riducono quelli che la usano; non dirgli di non correre troppo  col motorino, ma metterli di fronte a loro coetanei   finiti in carrozzina, e così via”.  Ma gli ostacoli per realizzare tale tipo di didattica, si rammaricava, sono molti: anzitutto la “privacy”, per cui, soprattutto se minore,  non si può mostrare un minore drogato o che completamente sbronzo ha tentato di violentare la sua ragazza; e poi la naturale (e comprensibile) ritrosia della gente che ha avuto i  guai suoi a mostrare  in pubblico   moncherini  o  facce  sfigurate. Che fare, allora?
 Una sera, assistendo ad uno spettacolo di beneficenza, il prof.Lacognata fu colpito dalla straordinaria capacità di un giovane imitatore di trasformarsi nei  personaggi  più svariati e pure di assumere sembianze femminili così convincenti  che, se non lo avesse saputo, a qualcuno sarebbe venuta la voglia di dargli un pizzicotto sul fondo schiena.
Alla fine dello spettacolo  il professore  avvicinò il giovane Totò  Salvalommo, diciottenne napoletano disoccupato,  per complimentarsi con lui, e quello  non si lasciò scappare l’occasione di chiedergli  se non avesse qualche lavoretto da fargli fare  per  raggranellare quattro soldi.
 A questo punto il fine cervello  del prof.Lacognata s’illuminò.
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Preoccupato per il ripetersi di cadute in motorino con  gravi  conseguenze per i suoi alunni,   il Preside  li riunì un giorno  in Aula Magna sul cui palcoscenico apparve un ragazzo senza un braccio, privo di un piede, una benda alla Daian per coprire l’orbita priva dell’occhio destro,  il volto sfregiato  da un’ orribile  cicatrice, che si trascinava penosamente su di una carrozzina.
Il ragazzo, con voce lamentosa, dopo aver raccontato di esser divenuto  un rudere umano  a causa di una sbandata in curva con il motorino per eccesso di velocità e successiva rovinosa  caduta,  concluse raccomandando a tutti la massima prudenza per evitare di ridursi come lui.
Impressionati  da quello  spettacolo  angoscioso, gli alunni del “Fermo”  accolsero la raccomandazione  e da quel giorno non si verificarono più fra essi rovinose cadute in motorino.
E  allorchè apprese che un’alunna del suo istituto era scampata ad un bruto desideroso di goderne le forme  appetitose anche se , per la verità,  un po’ troppo  generosamente esibite, il prof.Lacognata decise di applicare anche in quel caso la nota ricetta, ed eccoci nell’Aula Magna per la solita assemblea plenaria ove avviene un fatto incredibile.
Accolta dai fischi e dagli applausi entusiastici  dei maschietti increduli che l’austero Preside avesse deciso di  offrir loro uno spettacolo così audace, ecco apparire sul palco una bella ragazzina con indosso una gonnellina ascellare ed una maglietta con una scollatura che le arriva all’ombelico.                
Ristabilita la calma, la fanciulla prende a raccontare  la sua terribile avventura, l’aggressione subita da uno stupratore, la bestialità dell’uomo , i momenti di terrore vissuti ed il ricordo  che le aveva  fatto perdere il sonno e l’appetito:  riconoscendo però  che un po’ di colpa  era anche sua, perché si era resa conto che vestendosi  in un certo modo,   si risvegliano i più bassi istinti degli uomini che a quel punto combinano quello che era toccato a lei.
Quindi concluse,  rivolta alle alunne , che non c’è bisogno  di  vestirsi  come  monache,  ma neppure è il caso di sbattere le loro cose carine in faccia agli uomini e poi lamentarsi  quando quelli vanno fuori di testa.
Anche quella volta la lezione servì, perché da allora le alunne del “Fermo” si coprirono maggiormente ed in tal modo  fattacci del genere di quello toccato  alla loro imprudente compagna non ne capitarono più.
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Inutile dire che il paralitico in carrozzella e la fanciulla aggredita dal  bruto erano una stessa persona, e precisamente il  giovane  Totò Salvalommo che, dietro suggerimento del prof.Lacognata, aveva messo a frutto le sue innate capacità di trasformista, e che, in caso di bisogno veniva da lui  convocato,  guadagnandosi  in tal modo un congruo  onorario.
Ma i colleghi del Preside del “Fermo”, ammirati per i successi pedagogici da lui ottenuti, vollero  sapere come c’era riuscito, ed egli, con la massima riservatezza,  svelò  il suo segreto cosicchè, da allora,  il  Totò Salvalommo  venne sommerso dalle   richieste di Presidi di ogni parte d’Italia che chiedevano il suo intervento pedagogico.
Munito di  ricca Mercedes sulla quale aveva raccolto tutto l’armamentario necessario per le sue trasformazioni,  percorreva  la penisola da nord a sud, da est a ovest divenendo di volta in volta ex carcerato per raccomandare ai giovani il rispetto della proprietà;  prostituta per dimostrare la tristezza della vita da “escort”;  e poi  vittima del gioco d’azzardo , commerciante fallito per aver imbrogliato i clienti, marito finito in miseria per aver fatto le corna  alla moglie ed essersi dato  ai bagordi, e così via.
Ai Presidi cui, su loro richiesta, si presentava, esibiva, come riconoscimento, un biglietto da visita con la scritta “Testimonial  Pedagogo”.
Fece, in tal modo, un sacco di soldi, ma finì male.
Tradito dalle sue multiformi trasformazioni e dai troppi quattrini,   entrò in confusione non riuscendo  più a distinguere se quello che andava simulando era cosa da fare o da evitare.
Sposatosi, riempì di corna la moglie; pieno di soldi, s’imbarcò in  speculazioni sbagliate; poi  si diede al gioco d’azzardo,  finendo peggio;  per dimenticare cominciò  a bere finchè  una notte, ubriaco fradicio, finì con la sua Mercedes contro un platano e rimase secco sul colpo.
Ora, non so se ce ne siano altri: sono però portato a credere che, a tutt’oggi,   il fu Totò Salvalommo sia rimasto l’unico “Testimonial Pedagogo” mai esistito al  mondo.    Giovanni  Zannini
                                                                                                                 

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