mercoledì 19 marzo 2014

RISPARMIARE SULLE MISSIONI DI PACE?

Nel momento in cui è diffusa e condivisa la giusta ansia di individuare riduzioni di spesa per favorire la ripresa dell’Italia ed uscire dalla crisi economica che da troppo tempo ci attanaglia, viene sostenuta specie da partiti e movimenti populisti alla ricerca  di facili consensi elettorali, la necessità di por fine alla partecipazione di militari italiani alle operazioni di polizia internazionale svolte sotto l’egida dell’ONU.
Questa richiesta è solo parzialmente condivisibile.
Non lo è allorchè si sostiene che l’Italia dovrebbe disinteressarsi di quanto avviene nel mondo e rinchiudersi nei confini del proprio stato senza tener conto che la globalizzazione impone invece un sistema di sicurezza e di solidarietà internazionali simili  a quelle vigenti all’interno di ogni stato.
E’ dunque doveroso l’intervento dell’autorità internazionale (leggi ONU) per evitare conflitti fra stati, punire gli eventuali aggressori, interporsi fra i contendenti per evitare violenze inumane, ed anche attivarsi  all’interno degli stati  per ristabilire la legalità violata da  avventurieri alla ricerca della propria personale ricchezza ed anche  per metter fine a lotte tribali, etniche o di religione che provocano massacri inenarrabili:  ed è doveroso che a tali operazioni partecipino militari italiani.
Ma è anche giusto che l’onere relativo a tali interventi gravi sull’organismo deputato al mantenimento della pace e della legalità nel mondo (l’ONU), e non sulle finanze degli stati che partecipano a tali operazioni di polizia internazionale fornendo gli uomini a ciò necessari.      
E allora si ai “Caschi blu” sul capo di soldati di ogni parte del  mondo, italiani compresi, a questo pacifico esercito di pace: ma le spese relative le paghi l’ONU.
E si anche, all’interno di alcuni stati, a quelle “basi” dell’ONU da considerarsi come “posti di polizia internazionale” pronti ad intervenire all’occorrenza in caso di crisi in  ogni parte del mondo, in sostituzione di quelle basi militari USA disseminate in vari stati, fa cui il nostro (vedi Sigonella e Vicenza), che costituiscono, diciamolo, un vero e proprio abuso, con il riconoscimento ad una grande potenza (gli U.S.A. aventi interessi e finalità proprie), di quel ruolo di garante dell’ordine mondiale che spetta invece, solo ed esclusivamente, all’ONU.        
         

                                        Giovanni Zannini

Nessun commento:

Posta un commento