martedì 28 aprile 2015

LA PRIMA "CAMPAGNA" DEGLI EBREI IN PALESTINA

La conquista della Palestina da parte del popolo ebreo è esaltato nella Bibbia come episodio glorioso e segno della benevolenza divina.
Eppure si trattò di una grave ingiustizia: la lotta del popolo ebreo per impadronirsi di territori abitati da altri popoli considerati nemici da sconfiggere e sterminare per far posto al loro.
Le pagine della Bibbia grondano di elogi per le battaglie sostenute dagli ebrei e da espressioni di ammirazione per il loro coraggio nello sconfiggere i nemici, in realtà popoli che cercavano disperatamente di salvare la propria libertà ed il diritto di esistere nella loro terra.
Val dunque la pena di seguire quella che si potrebbe chiamare la “Prima Campagna di Palestina” combattuta secoli fa dagli ebrei provenienti dall'Egitto per impadronirsi della terra promessa loro dal Signore.
Dopo la lunga marcia nel deserto guidati da Mosè in continuo contatto con il Signore che li guida dall'alto, essi raggiungono finalmente il fiume Giordano: ma qui Mosè, dopo aver avvistato da lontano la meta tanto agognata, muore.
Allora, il comando del popolo e dell'esercito che lo accompagna passa a Giosuè ( figlio di Nun, ministro di Mosè) ed il Signore lo invita a passare il fiume.
Prima, però, Giosué manda avanti due esploratori per rendersi conto di come stanno le cose al dilà del fiume, e quelli trovano accoglienza presso Raab, “una donna” dice la Bibbia, “di malaffare”, ma molto generosa, presso la quale “riposarono” per tutto il tempo della loro missione, ragione per cui quale compenso per l'ospitalità offerta ottiene l'assicurazione che non avrebbe avuto alcuna seccatura una volta che fossero arrivati gli ebrei vincitori.
Intanto i due esploratori, felicemente rientrati, riferiscono a Giosué che tutti gli abitanti al dilà del fiume “erano abbattuti dallo spavento” dovuto alla fama di grandi guerrieri di cui godevano gli ebrei che stavano per attaccarli.
Tranquillizzato, Giosué si prepara all'attraversamento, ma il fiume è ingrossato dallo scioglimento delle nevi del monte Ermom, per cui l'impresa é oltremodo difficoltosa: che fare?
Ci pensa il Signore a trarlo d'impaccio. Memore della strategia usata sul mar Rosso per far fuggire gli ebrei dall'Egitto, utilizza lo stesso metodo per far loro attraversare il Giordano. Per questo incarica i sacerdoti che portano “l'arca dell'alleanza” di metter piede nell'acqua del Giordano, ed ecco che “le acque che scendevano di sopra si fermarono in un sol luogo alzandosi come un monte (una vera e propria montagna d'acqua - n.d.a.)...e quelle che andavano in giù seguitarono verso il mare del deserto (detto ora Mar Morto) e sparirono del tutto”. In tal modo “tutto il popolo passò per il letto disseccato del Giordano” assieme a 40.000 dei 100.580 soldati che formavano l'esercito degli ebrei, mentre gli altri 60.580 restarono a difendere da eventuali aggressioni la Transgiordania già conquistata.
Da parte sua il Giordano, appena i sacerdoti con l'arca dell'alleanza furono usciti dal fondo disseccato, riprese il suo corso regolare.
Finalmente, la terra promessa è a portata di mano! All'attacco, dunque: primo obbiettivo, la città di Gerico.
Per la verità, non é gran fatica conquistarla, perchè grazie all'arca dell'alleanza che vi aveva fatto molti giri attorno, alle potenti trombe di robusti sacerdoti ed alle grida altissime di tutti gli ebrei come ordinato da Giosué, “le mura caddero subito” ed allora gli ebrei “uccisero tutto quello che vi era, dall'uomo alla donna, dal fanciullo al vecchio. Misero a fil di spada anche i buoi , le pecore, gli asini...e diedero fuoco alla città ed a tutto quello che vi era dentro eccettuato l'oro, l'argento, i vasi di rame e di ferro che consacrarono all'erario del Signore.” .
Ma i vincitori mantengono la parola, e salvano la vita a “Raab meretrice con tutti quelli che sono in casa con lei ...perchè essa nascose gli esploratori da noi mandati”. Non solo, ma apprendiamo pure, da una nota in calce alla suddetta Bibbia, che “la famiglia di Raab verrà ammessa a far parte del popolo d'Israele” e che “é ritenuta dai Padri come una figura della Chiesa”.
L'offensiva procede. Da Galgala, che é la base operativa ove ha posto il suo quartier generale, Giosué punta sulla città di Ai per la quale il Signore ordina di fare tutto quello che era stato fatto alla città ed al re di Gerico: unica eccezione, questa volta, non dovevano accoppare gli animali.
E così avviene: tutti i 12.000 abitanti di AI, fra donne e uomini, sono uccisi e, in più, il re sconfitto è crocifisso ed a sera il cadavere é gettato all'ingresso della città e ricoperto da un mucchio di sassi
E' la volta di Gabaon i cui abitanti, atterriti dalla fama guerriera degli ebrei, si arrendono ed anzi si alleano con loro suscitando la reazione dei re di Ebron, di Ierimot, di Lachis e di Eglon che muovono contro di loro per punirli. Ma anche questa coalizione viene sonoramente battuta dagli ebrei che riducono a pezzi gli avversari, e quelli che scampano sono fatti fuori dalle pietre che il Signore scaglia dal cielo su di loro.
I cinque re sono scoperti in una caverna, impiccati e poi sepolti proprio nella caverna nella quale avevano tentato di salvarsi.
La “Campagna” militare di Giosué prosegue vittoriosa, tutti i 31 re , elencati ordinatamente come in un moderno bollettino di vittoria, sono sconfitti e uccisi, ed alla fine tutta la Palestina è in mano agli ebrei.
Missione compiuta.
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Abbiamo riassunto il “Libro di Giosué” (scritto, secondo la Bibbia dei Paolini Ed. 1945, non prima del regno di Davide - 1012/972 - e non dopo l'epoca del re ACAB – 878/857 -) che narra la storia dell'occupazione della Palestina da parte degli ebrei sotto la direzione prima di Mosé e poi di Giosué, sempre guidati dall'alto dal Signore.
Dalla sua lettura abbiamo appreso interessanti informazioni che val la pena commentare.
Anzitutto: il fatto straordinario delle acque del Mar Rosso che si aprono per far passare gli ebrei in fuga dall'Egitto, si verifica tal quale con il fiume Giordano le cui acque sono bloccate fino a che gli ebrei son passati sul suo letto disseccato per conquistare la “terra promessa”. Forse pochi lo sapevano.
Poi, che lo stato d'Israele, il popolo prediletto del Signore, è sorto sul genocidio degli abitanti di Gerico, Ai, Maceda, Lebna, Lachis, Gazer, Eglon, Ebron, Dabir, Asedot e di molte altre città, tutti passati a fil di spada assieme ai loro re “senza lasciarvi alcuno” e uccidendo “tutto quello che poteva respirare”.
Fortunati i cittadini di Gabaon che salvarono la pelle impegnandosi però per tutta la vita a “tagliar legna e portar acqua...a servizio di tutto il popolo” d'Israele.
Circa la famosa frase pronunciata da Giosué “fermati o sole!” - che così grande importanza ebbe nel processo a Galileo Galilei – riteniamo sia stata motivata dal fatto che con il permanere più a lungo della luce solare, la mattanza degli Amorrei sarebbe riuscita meglio.
Infine, non può non stupire quel Signore che, in continuo contatto verbale con loro, guida dal cielo l'invasione degli ebrei in Palestina proteggendoli ed incitandoli ad agire con feroce determinazone.
S.Agostino, di fronte a passi della Bibbia che suscitano perplessità, dice: ”Qui, o c'è uno sbaglio di copista, o il traduttore non ha reso bene l'originale, o io non capisco”.
E noi siamo di quelli che non capiscono perchè un Signore che dovrebbe essere saggio, giusto, buono e misericordioso, abbia potuto appoggiare e guidare un'impresa così violenta e criminale che rammemora altre invasioni ed altri eccidi avvenuti tanti secoli dopo, giustamente condannati dal mondo intero.

Padova 25-4-2015                                                                                                  Giovanni Zannini


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