martedì 22 settembre 2015

UNA TERZA VIA PER I RIFORNIMENTI AGLI INGLESI IN EGITTO

Dalla “Storia della seconda guerra mondiale” di Churchill emerge che due erano le vie possibili per far arrivare i rifornimenti agli inglesi impegnati in Africa settentrionale contro gli italiani.
La prima, l'attraversamento di tutto il mar Mediterraneo partendo da Gibilterra, da ovest a est, era considerata estremanente pericolosa per il predominio in quel periodo della Marina Militare italiana nel Mediterraneo dopo la resa della Francia che aveva resa inutilizzabile la sua potente flotta relegandola inattiva nei porti.
Si ricorse allora ad una seconda via, sicura ma estremamente più lunga: la rotta verso il sud in Atlantico con il superamento del Capo di buona speranza e la successiva risalita del continente africano nell'Oceano Indiano fino in Egitto.
Ma stante l'eccessiva lunghezza e la necessità di ridurre i lunghi tempi conseguenti, gli inglesi studiarono una terza via a ciò dedicata: una specie di scorciatoia della rotta del Capo che partiva da circa la metà del continente africano evitando in tal modo di doverlo aggirare tutto.
Per sovvenire alla pressante richiesta di aerei proveniente dall'Egitto, essi costituirono quindi una base presso il porto di Takoradi nel Ghana ove gli aerei pervenuti via mare smontati ed in casse erano riassemblati e fatti proseguire per il nord.
Partiti da Takoradi gli aerei facevano tappa nel nord della Nigeria a Kano, quindi proseguivano per Khartum nel Sudan per poi raggiungere con un ultimo balzo il Cairo.
La stessa rotta era seguita da altri velivoli sbarcati da portaerei inglesi a Takoradi e fatti proseguire per il nord.
Nel periodo che va dal 21 agosto 1940 alla fine di quell'anno 107 aerei provenienti da Takoradi erano arrivati in Egitto.
Ma le difficoltà degli inglesi per realizzare questa terza via non erano mancate.
Anzitutto, gli specialisti inviati in gran fretta per realizzare officine, capannoni e le relative attrezzature, nonché, lungo la rotta verso il nord-Africa, le stazioni di rifornimento e di riposo per i piloti, furono tormentati dal clima torrido e dalla malaria.
Oltre a ciò, gli aerei giungevano sul luogo di impiego, in Egitto, “debilitati” dal lungo volo di 3700 miglia prevalentemente sopra varie distese desertiche compromettendo la loro funzionalità bellica mentre, scrive Churchill, “il numero di aeroplani inservibili, in attesa di parti di ricambio lungo la rotta, andava sempre più aumentando”.
Si ritiene pertanto che allorchè gli inglesi aumentarono la loro potenza navale nel Mediterraneo con la conseguente possibilità di far pervenire per questa via i rifornimenti ai loro militari in Egitto, questa terza via, assai difficoltosa, si potrebbe dire di fortuna, sia stata gradualmente abbandonata.
Giovanni Zannini


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